Lo screening mammografico è un esame molto importante per diagnosticare in tempo il cancro al seno. Eppure in questi giorni è sorta una problematica: troppi screening mammografici inutili, ovvero effettuati anche quando non ci sono evidenti possibilità.
La controversia dello Screening mammografico
E' stata l'American Cancer Society a sollevare la questione: secondo i dati raccolti da quest'istituto si effettuano troppe mammografie entro i 40 anni che riscuoterebbe un'alta percentuale di falsi positivi, dovuto al fatto che a 40 anni il seno è più denso e dunque un cancro è più difficile da individuare, suggerendo dunque di alzare l'età a 45 anni. Un falso positivo richiede un'altrettanta inutile biopsia senza contare lo spavento che si crea nella donna. C'è da dire inoltre che potrebbe sì essere evidenziato un piccolo tumore, di cui però non si conosce l'andamento e che magari si riassorbirà da solo ma in tanto i medici preferiscono passare all'azione e pertanto la donna si deve sottoporre alla chemioterapia.
Naturalmente va detto che lo Screening mammografico, all'età di 40 anni va eseguito se c'è un rischio concreto o una predisposizione genetica ad esempio.
Screening mammografico: cos'è
Si tratta di un esame radiologico che evidenzia la presenza di noduli che indicano la presenza di un tumore al seno. In pratica il seno viene compresso fra due lastre, dall'alto e dal basso e lateralmente, dura poco e non è dolorosa al massimo comporta un po' di fastidio.
Screening mammografico: quando farlo
Lo Screening mammografico va eseguito quando c'è un concreto sospetto di presenza di cellule cancerogene, a seguito di un iter che prevede ecografie e palpazioni e quando si è ad alto rischio ereditario. A tutte le altre pazienti solitamente viene prescritto fra i 40 ed i 69 anni, da qui la controversia. In realtà la fascia più a rischio si trova fra i 50 ed i 70 anni. Si sta avanzando inoltre l'ipotesi di portare l'età dai 45/50 ai 74 anni, ma per il momento è solo un ipotesi. L'esame si ripete ogni due anni.
Screening mammografico: positivi e falsi positivi
I falsi positivi sono gli esiti sfalzati delle mammografie eseguite in età non a rischio, in cui il seno è troppo denso ed il margine di errore è più alto. Ma se è veramente positivo? In tal caso non ci deve spaventare, si procede con calma con altri test di accertamento e solo dopo si valuta la terapia, o l'intervento chirurgico, con l'oncologo. Purtroppo in caso di errore o di presenza di un tumore di cui non si conosce l'evoluzione, per prevenzione la donna deve sottoporsi agli esami ed ad eventuali terapie in caso di anche minima presenza di cellule tumorali accertate.
Screening mammografico: il tumore da intervallo
Purtroppo è possibile che dopo aver eseguito una mammografia dall'esito negativo, si verifichi il “tumore da intervallo” ovvero una comparsa di cellule cancerogene che si sviluppa fra una mammografia e l'altra. Cosa occorre fare? Prestare attenzione ai cambi fisionomici del proprio seno: colori diversi, capezzolo introflesso, strane perdite dal capezzolo, bozzi o avvallamenti, gonfiori e dolori sospetti. Occorre dunque rivolgersi al medico e fare i test di routine.
Screening mammografico: perché è importante
Lo Screening mammografico è un esame che a partire da una certa età è importante eseguire perché permette di prendere in tempo il tumore al seno, dando la possibilità alla donna di curarsi senza conseguenze. Purtroppo il cancro al seno è una malattia molto frequente in occidente che però sta diminuendo grazie ai controlli, alla prevenzione ed alle terapie eseguite per tempo.
La prevenzione è sempre molto importante, non dimenticarlo: se hai 50 anni, se hai una storia genetica che ti espone al rischio di tumore al seno e se hai dei sospetti rivolgiti al tuo medico per poter intraprendere l'iter di constatazione del tumore al seno, in modo da poter assicurarti del tuo benessere. La prevenzione nella lotta contro il tumore al seno è tutto, ricordalo!