Paolo Gentiloni ha definito inutili le recenti critiche rivolte da Jean Claude Juncker all'Italia, in un momento in cui l'Europa sta attraversa una delle fasi più' difficili degli ultimi 60 anni, ed ha invitato la Commissione Ue ad evitare gli scontri e concentrarsi invece sulle sfide che si pongono davanti all'Unione.
Juncker nelle scorse ore ha dichiarato che il premier Renzi sbaglia a vilipendere la Commissione in ogni occasione, ribadendo di esser stato lui e non Renzi, ad introdurre la flessibilità contro la volontà di alcuni Stati membri.
Gentiloni ha dichiarato che nell’ultimo mese sono state fatte diverse cose in Europa, come l'iniziativa congiunta con Londra, le critiche a Germania e alla Commissione e la riunione dei capi delle diplomazie dei 6 Paesi fondatori per il rilancio dell’integrazione.
Il ministro Gentiloni ha poi affermato che il nostro Paese oltre a difendere i propri interessi nazionali e i propri diritti, da un lato crede nel rilancio della Ue e dall'altro crede in un gruppo di Paesi che possa avanzare nell’integrazione. Il ministro a ribadito che non vi è contraddizione tra condividere con gli inglesi l’idea di un’Europa a due cerchi concentrici e contemporaneamente progredire nel livello di integrazione tra Paesi disponibili.
In merito alle accuse del Presidente della Commissione europea in tema di flessibilità, Gentiloni ritiene irrilevante la polemica su chi l’abbia introdotta, dato che l’Italia usa i margini previsti dalle regole in vigore, aggiungendo che la legge è divenuta operativa per opera della Commissione, ma politicamente è stata un’iniziativa della presidenza italiana.
Infine sotto il profilo delle alleanze, per Paolo Gentiloni pur riconoscendo che esistono opinioni diverse tra Italia e Germania in materia di immigrazione e altro, ma ciò non va tradotto come una guerra tra i due Paesi. Inoltre ha ribadito di credere nel vecchio assunto della Germania europea e non dell’Europa tedesca, aggiungendo che di fatto i tedeschi chiedono un po’ di flessibilità al contrario sulle regole.