Contro la presunta proposta di Francesco Paolo Tronca di privatizzare gli asili nidi romani, si è schierato Gianluca Peciola, secondo cui si tratterebbe di un altro effetto pericoloso della gestione commissariale voluta dal premier Matteo Renzi che deve essere fermato.
Nel documento unico di programmazione 2016-2018, il commissario Tronca ha previsto un piano di privatizzazione dei nidi comunali, la concessione a terzi dei nidi deriverebbe dall' impossibilità di reperire le risorse necessarie in Bilancio.
Peciola, esponente di Sel, in merito al piano di privatizzazione degli asili nidi comunali, ha recentemente affermato: "Non è possibile risparmiare su un servizio delicato come l'offerta educativa e scolastica per i più piccoli che deve restare pubblico".
Andrea Catarci, presidente del Municipio Roma, ha recentemente attaccato il Commissario Francesco Paolo Tronca dichiarando che quest'ultimo non batte un colpo sui problemi specifici segnalati dai Municipi, territorio per territorio, aggiungendo che con la sua malsana idea di privatizzare gli asili nidi della capitale darà vita a una vera e propria svendita, demolendo uno dei sistemi educativi tra i più avanzati d’Italia.
Il gruppo del Pd di Roma, ha reso noto che esiste già un sistema integrato pubblico-privato di gestione dei servizi educativi di grande qualità, lamentando l'emergente confusione che non consente di distinguere scuole materne da asili nido comunali, asili nido privati convenzionati e/o in concessione. Gli ex consiglieri del Pd sostengono che per il Pd il settore educativo è una priorità, è ciò è dimostrato dalla legge delega in materia di riorganizzazione dei servizi educativi. Infine, hanno ribadito la necessità di un confronto, confidando nell’accoglienza che le proposte del loro partito ha sempre avuto.
Dal canto loro i sindacati hanno affermato che nel caso in cui tale indiscrezioni circa la privatizzazione dei nidi fossero confermate, da loro definito “uno dei servizi più delicati della città”, si avrebbero conseguenze devastanti sia per le famiglie che per le lavoratrici.