In questo clima di continua incertezza economica, la complicata situazione delle banche italiane (ma non solo) si profila come un ulteriore segno dell'instabilità globale dovuta non solo ai tanto citati "giochi di potere", ma soprattutto agli effetti di un dinamismo geo politico che non può, ovviamente, non influenzare anche l'andamento economico internazionale.
Ritornando però al nostro Paese e ritornando, soprattutto, alle banche, quanto la gente può continuare a fidarsi? Dopo gli ultimi fatti di cronaca che riportavano la mega truffa a danno degli utenti, la fiducia, da parte dei consumatori, inizia a scarseggiare. Sicuramente, la vicenda di questi giorni della Banca Etruria, non segna un punto a favore delle banche. La notizia della irreversibilità dello stato di crisi di questo istituto e la possibile iscrizione nel registro degli indagati degli ex amministratori e dei componenti dell'ultimo Cda è abbastanza per far fare un passo indietro a tutti gli utenti.
Bisogna dunque prendere i propri risparmi e rimetterli come si faceva una volta sotto il materasso, oppure c'è ancora un margine di fiducia da concedere agli istituti bancari della nostra Italia? Come bisogna fare per capire quale banca possa essere la più sicura per custodire i propri risparmi? Bisogna fare molta attenzione ovviamente, perché l'idea che l'istituto bancario possa rifarsi sui risparmi dei proprio clienti fa salire un brivido lungo la schiena anche ai correntisti, non solo agli azionisti e piccoli risparmiatori.
Tuttavia non bisogna fare terrorismo e non ci si deve allarmare più del dovuto. Le banche sicure esistono ancora nonostante gli attacchi speculativi che ne stanno minando la stabilità. Per capire quale sia la banca più affidabile e solida, bisogna comunque valutare alcuni fattori. Tra questi il Common Equity Tier I o Cet I. In pratica è semplicemente un parametro che serve per calcolare il rapporto che intercorre tra il capitale di una banca e le sue attività sul mercato quali le obbligazioni possedute o i prestiti concessi ai suoi clienti, in poche parole, si deve valutare il coefficiente patrimoniale.
Tra le più solide sicuramente unicredit grazie anche al modello di business dove trovano ampio spazio i più moderni canali digitali, ma anche il gruppo Mediolanum e Banca Ifis appaiono, in questo particolare momento, abbastanza affidabili. Ma quello che può sorprendere è che ai primi posti, con una percentuale di Cet1 che supera il 20% c’è Fineco. Quali le ragioni? Una struttura snella, un’apertura agli investimenti con una buona copertura dei rischi, e spazio ai mutui ma con scarsa esposizione a quelli che hanno sofferto di più a causa della crisi. Fermo restando che il Cet1 è importante per la valutazione della solidità di una banca, ma ovviamente da solo non basta a prendere le proprie decisioni.