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Eurostat: “Maglia nera all'Italia per tasso di occupazione”

28 aprile 2016 Cetty79 eurostat

Per l'Eurostat l'Italia si classifica in fondo alla classifica europea per numero di occupati

Dai dati resi noti da Eurostat, in merito all'andamento del tasso d'occupazione sul territorio europeo, è emerso che l'Italia si posiziona la penultimo posto in Europa.

In Italia la percentuale complessiva di occupati si attesta al 60,5%, seguita solo dalla Grecia. Ai vertici dei paesi europei con più alto tasso di occupati si trova la Svezia che raggiunge l’80,5%,  poi si piazzano la Germania e la Gran Bretagna che superano il 75%,seguite da  Danimarca, Estonia e Olanda.


Mettendo a confronto i dati occupazionali tra uomini e donne, è stato rilevato che nel 2016 il divario di genere nel mondo del lavoro è sempre più netto. L' occupazione femminile attestandosi al 50,6% ha fatto registrare un +0,3% rispetto al 2014, contro il 70,6% di quella maschile che ha fatto registrare un aumento del  +0,9%.

Inoltre per quanto riguarda il nostro paese, nella lista 2015 dei dieci territori Ue col più elevato tasso di disoccupazione giovanile, quella compresa nella fascia di età che va dai 15 ai 24 anni, vi sono  la Calabria col 65,1%, la Sardegna col 56,4% e la Sicilia col 55,9%.

Il centro studi della Uil, in merito ai dati sull'occupazione ha affermato che elaborando i dati su base annua, media degli undici mesi del 2015, rispetto allo stesso periodo del 2014 , è un aumento di circa 185.000 occupati dipendenti, in gran parte lavoratori a termine e solo 70.000 posti fissi. Dunque considerando che il governo Renzi ha destinato circa due miliardi nel 2015 e oltre tre nei prossimi anni per incentivare il lavoro stabile, per il centro studi  ogni posto fisso in più è costato ai cittadini oltre 25.000 euro.

In merito a ciò, la Carfagna ha recentemente dichiarato che il 2015  è stato l’anno in cui il Jobs Act era a pieno regime, ma dato che non vi sono manovre che  possano risolvere il problema occupazionale nell’immediato , per far riprendere l’occupazione nel nostro Paese occorre ridurre il costo del lavoro.

© gnubik.it
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