Stamani i militari del Comando Carabinieri per la Tutela dell'Ambiente, con la collaborazione del Comando Provinciale Carabinieri di Roma, ha eseguito sette ordinanze di custodia cautelare in carcere e una serie di perquisizioni nei confronti di 7 funzionari pubblici appartenenti al Dipartimento SIMU di Roma Capitale e all'Ospedale San Giovanni Addolorata.
Grazie alle intercettazioni, alla documentazione sequestrata e poi alla confessione di due imprenditori arrestati, gli investigatori sono riusciti a scoprire degli episodi di corruzione a carico di funzionari pubblici che accettavano denaro per chiudere un occhio su specifici appalti. Nel mirino della procura di Roma e dei Carabinieri del Noe, sono finite 33 gare d'appalto, dal valore complessivo di ben sedici milioni, sulle quali sarebbero stati pagati in due anni 650 mila euro di tangenti.
Nel complesso, le persone indagate per tangenti sulla manutenzione di strade e infrastrutture urbane in Campidoglio sono 18, di cui sette funzionari pubblici arrestati col l'accusa di corruzione. Il gip di Roma Massimo Di Lauro che ha predisposto gli arresti per 7 funzionari, ha dichiarato di non aver voluto concedere i domiciliari per il pericolo di recidiva. Di Lauro in merito alla sua decisione ha dichiarato: “Prevedibile che se lasciati in libertà i funzionari possano trovare altri imprenditori compiacenti, anche in considerazione dell'appetibilità degli onerosi lavori straordinari per il Giubileo appena iniziato. Individui che non hanno esitato a barattare la loro funzione pubblica con alcune migliaia di euro, incuranti delle difficoltà della Capitale che hanno contribuito ad aggravare, omettendo per la vil moneta il monitoraggio di appalti essenziali per il decoro di una città che fa purtroppo fatica ad assicurare ai suoi abitanti una qualità di vita consona al suo rango di metropoli europea”.
I carabinieri che hanno svolto le indagini, hanno reso noto che le tangenti erano finalizzate ad ottenere agevolazioni da parte dei funzionari sulle modalità di esecuzione dei lavori, permettendo agli imprenditori di eseguire le opere in modo irregolare. È stata la reiterata condotta corruttiva che ha consentito di evidenziare le 33 gare d'appalto per le quali sono state versati 650 mila euro di tangenti.