Il 24 gennaio 2014 Elena Ceste scompare nel nulla. Viene trovato il suo cadavere nove mesi dopo, sul ciglio di un torrente vicino a casa. Il marito, Michele Buoninconti, sarà poi arrestato con l'accusa di omicidio. Il PM di Asti, Laura Deodato, chiede trent'anni di carcere nei confronti del marito, vigile del fuoco. L'udienza si svolge a porte chiuse con formula di rito abbreviato. Deodato sostiene: «I dati sono incontrovertibili, le indagini sono state condotte in maniera ineccepibile, non esistono ipotesi alternative»
La requisitoria è durata quattro ore per il processo contro il marito di Elena Ceste, accusato di omicidio e occultamento di cadavere. Michele Buoninconti arriva nell'aula del tribunale vestito con camicia e pantaloni blu, scortato dalla polizia penitenziaria di Verbania, carcere dove è detenuto. In aula sono presenti i genitori di Elena e i loro legali. Questo pomeriggio verrà fatta la requisitoria del pm Laura Deodato di fronte a Roberto Amerio, giudice.
Cosa accadde?
Elena Ceste svanì il 24 gennaio, mentre suo marito accompagnava i loro quattro bambini a scuola. Quando tornò a casa dichiarò che la moglie era sparita e si rivolse anche al programma televisivo “Chi l'ha visto?”.
Alcuni mesi dopo il cadavere della donna venne trovato vicino a casa, sotto il fango. La svolta arriva il 29 gennaio, quando i carabinieri e il colonnello Fabio Federici, arrestano il marito con l'accusa di omicidio. L'accusa sostiene che Buoninconti ha uccido la moglie in pochi minuti durante le prime ore della mattina, con un'aggressione violentissima. Subito dopo l'uccisione di Elena Ceste, Buoninconti avrebbe accompagnato i bambini a scuola e dopo, lanciato l'allarme per la scomparsa della moglie. Solo durante l'ultima udienza del 22 luglio, era stato effettuato un confronto tra periti di difesa e di accusa.