Secondo quanto è stato riportato da La Repubblica, Francesco La Russa, padre di tre figli e uomo sposato, sette mesi fa ha perso il lavoro insieme ad altri sei colleghi a causa delle difficoltà economiche riscontrate dal direttore della cava per la quale lavorava. Il movente è questo, la mancanza di denaro. Per questo La Russa avrebbe ucciso il suo ex direttore Gianluca Grimaldi (39) e Giovanni Sorce (59) il capo cantiere.
L'omicidio è stato commesso in una cava di Trabia, a Palermo. E' stato poi arrestato dalla Polizia di Stato. La stessa cava era stata sequestrata nel 2007 alla mafia.
La Russa più volte era tornato sul posto di lavoro per parlare con il titolare, chiedendo di poter essere riassunto. Secondo alcuni ex colleghi era davvero disperato e appariva in serie difficoltà. Sembra stando alle indagini che, la mattina dell'omicidio, l'uomo è andato alla cava, è entrato nell'ufficio del direttore e ha fatto fuoco. Presente nella stanza vi era anche il ragioniere dell'impresa, ma è stato risparmiato. Ha poi avuto un malore.Subito dopo La Russa è andato via, passando davanti ai propri colleghi.
I sindacati intervengono, dicendo la propria opinione su questa tragedia. "Il folle gesto di oggi è frutto di una disperazione dilagante, che cresce anziché diminuire." Dicono che oggi non si fa altro che parlare delle tragedie nel settore dell'edilizia, descrivendo suicidi, omicidi o morti bianche. " nessuno si interessa dell'agonia del comparto delle costruzioni, degli 80mila disoccupati del settore, delle loro vite e del dramma che le loro famiglie ogni giorno vivono" Antonino Cirivello, segretario generale della Filca Cisl Palermo Trapani, si esprime così con la collega Daniela De Lica. Dicono poi: " Le imprese che si curano solo del proprio profitto e mai dei lavoratori, le istituzioni che latitano e non investono un euro a sostegno delle costruzioni in Sicilia, facciano mea culpa. Per impedire altre tragedie occorrono fatti, non parole e lacrime di coccodrillo"