Il fenomeno del cyber racket o cyber ricatto, che può colpire le aziende, i piccoli imprenditori, i professionisti ed i cittadini privati è in continua espansione. I
l racket digitale, che si diffonde via mail o siti web infetti, comporta che all’improvviso il computer dell'utente si svuota e tutti i contenuti diventano inaccessibili, quindi per sbloccarli occorre pagare un ricatto di qualche centinaia di euro.
In genere alla vittima di un cyber ricatto arriva una mail in cui si legge: “Se stai leggendo questo messaggio, significa che tutti i tuoi file sono stati bloccati. Per riaverli devi pagare”. Le estorsioni per via informatica, fenomeno circoscritto ai paesi tecnologicamente più avanzati, ha come sue potenziali vittime sopratutto le società o le strutture basate sulla tecnologia.
Dai dati del rapporto Clusit 2016, l’associazione italiana per la sicurezza informatica, emerge che gli attacchi compiuti con finalità criminali sono cresciuti nell’ultimo anno del 30%, ed in particolare i crypto-ransomware. Si tratta di codici che criptano i documenti presenti nei sistemi delle aziende e dei cittadini, messi in atto da veri estorsori informatici che tramite dei virus criptano i dati dal computer di un utente e richiedono il pagamento di un riscatto per renderli nuovamente leggibili.
Alessio Pennasilico, membro del Comitato direttivo e del Comitato tecnico-scientifico di Clusit, ha di recente dichiarato che dietro questi attacchi informatici ci sono organizzazioni criminali che lavorano con programmatori, traduttori e analisti finanziari. Tali cybercriminali, messi in atti da doversi tipi di attaccanti informatici, offrono persino un numero verde da chiamare in caso di difficoltà con i bitcoin, la moneta virtuale che favorisce l’anonimato e abbatte i costi di riciclaggio, aggiungendo che il prossimo obiettivo sono gli smartphone, e poi anche la tv, i frigo, le automobili ed i pacemaker.