Un ballo ancora
Katherine Pancol è sicuramente più conosciuta per la sua trilogia su New York (“gli occhi gialli dei coccodrilli”, “il valzer lento delle tartarughe”, “gli scoiattoli di Central Park sono tristi il lunedì”). Questo libro è stato scritto prima e racconta una storia tutta al femminile.
Trama
Nel libro Un ballo ancora di Katherine Pancol, Clara, Agnes, Lucille e Josephine sono quattro amiche, cresciute insieme a Parigi nel quartiere periferico di Montrouge. Ormai adulte e quasi trentenni si ritrovano periodicamente a pranzo o a cena: “Si fa il punto.(….). Si controlla se ci siamo tutte”.
Da qui parte il racconto che ci porta ad esplorare ed approfondire le loro storie ed i rapporti che le legano: Clara, in apparenza la più vivace e “viva” del gruppo, innamorata di Rapha e legata a lui da un rapporto tormentato; Lucille così perfetta ma inavvicinabile, che non ha mai imparato l’amore; Agnes, la più timida e scialba delle quattro, in adorazione di Lucille ed eterna ancella del gruppo; Josephine, che ha sempre segretamente adorato Rapha ma è rimasta leale a Clara. E poi Philippe, fratello di Clara, legato a lei da un terribile segreto e infine lo stesso Rapha, artista “maledetto” e geniale.
Ognuno di loro ha costruito la propria vita tra mille compromessi, fino a che un evento drammatico li costringe a mettersi a nudo e li porta ad un chiarimento definitivo che cambierà profondamente il loro rapporto e infine loro stessi.
Recensione
Nel libro le vere protagoniste sono le donne: i loro pensieri, le loro emozioni, le loro storie, i loro amori e la loro ricerca della felicità. Le figure maschili sono presenti nella storia ma restano secondarie se non incarnano addirittura degli stereotipi (come David Tyme, marito di Lucille) quasi caricaturali.
La storia è bella e ben raccontata, ma personalmente non amo troppo i libri “intimisti” o troppo “introspettivi”. Di questo libro ho seguito le storie dei protagonisti, anche i molti flashback con attenzione, emozione e a volte con vero orrore (vedi la storia di “Cherie la Furia” o monsieur Brieux ), ma non mi sono piaciute molto le lunghe descrizioni degli stati d’animo o le lunghe catene di pensieri ed emozioni che poi hanno portato ad un’azione. Sicuramente una mia mancanza, per questo trovo questo libro una lettura piacevole ma lo consiglio a chi apprezza il genere.