Flatlandia. Racconto fantastico a più dimension
Ho letto - e riletto - questo libro molto tempo fa. Si tratta di un vero classico del XIX secolo, scritto da Edwin Abbott Abbott. “Flatlandia: Racconto fantastico a più dimensioni” è, come dice il titolo, un lungo racconto fantastico e racconta la storia di un ipotetico abitante del mondo bidimensionale di Flatlandia che viene in contatto con il mondo tridimensionale di Spacelandia: nella fattispecie una sfera che “interseca” il suo mondo.
Il libro si divide in due parti: nella prima parte viene descritto il mondo bidimensionale: i suoi abitanti sono dei poligoni che vivono su un piano infinito che per loro rappresenta l’universo. Il narratore è un abitante di questo mondo bidimensionale e precisamente un quadrato.
Nella seconda parte il protagonista entra in contatto con un abitante di Spacelandia (il mondo a tre dimensioni), una sfera, e descrive la reazione degli abitanti di Flatlandia alla scoperta dell’esistenza di un mondo tridimensionale. I due compagni affrontano anche un viaggio attraverso il mondo a una dimensione (una retta infinita i cui abitanti sono segmenti) e a zero dimensioni (un punto!).
Questo libro è molto apprezzato dagli studenti di matematica ed in generale delle materie scientifiche in quanto racconta da un punto di vista insolito il concetto di mondo a più dimensioni, concetto che è tornato quanto mai in auge con la teoria della Relatività di Einstein e lo spazio-tempo. Ma il libro è anche una feroce satira della società vittoriana.
A me è piaciuto moltissimo e l’ho in seguito ripreso in mano con rinnovato piacere. Mi ha divertito moltissimo, ad esempio, il racconto della struttura sociale di Flatlandia, basato sul numero dei lati (o meglio la misura dell’angolo interno) dei poligoni – le donne naturalmente erano dei segmenti dal pessimo carattere!! -. Secondo me si tratta di un libro profondo nel contenuto ma leggero e divertente nella forma.